Il dolore è un segnale di allarme che si manifesta quando il cervello, attraverso i nocicettori, percepisce l’esistenza di un danno all’interno del corpo. La sua manifestazione può avvenire secondo differenti modalità. Possiamo assistere a manifestazioni di dolore passeggiero e localizzato, dove, individuata la causa, può seguire una cura; oppure a manifestazioni ben più invasive e durature con difficoltà di attribuzione di una diagnosi e di una terapia. In questo secondo caso, il dolore può divenire una fonte di disagio talmente forte da cronicizzarsi, rendendo la vita di chi ne è affetto, logorante ed estenuante.

I casi di CRONICIZZAZIONE del DOLORE sono causati, a livello nervoso, da un fenomeno che si definisce SENSIBILIZZAZIONE, che avviene quando i recettori corporei del dolore si attivano più frequentemente a ogni minima stimolazione. Così facendo la soglia del dolore corporeo si abbassa sempre più.

Per comprendere il dolore cronico è importante sapere che la sua ORIGINE è in realtà MULTIFATTORIALE e che la sua manifestazione dipende da svariati fattori quali:

  • SISTEMA SENSORIALE
  • SEGNALI DI PERICOLO
  • CONTESTO E CUL TURA
  • ESPERIENZA PASSATA DEL DOLORE
  • PAURA E ANSIA
  • RISPOST A ALLO STRESS
  • QUALITÀ DEL SONNO

Quanto il dolore persiste a causa della SENSIBILIZZAZIONE, possono verificarsi strane manifestazioni, come la sua diffusione in tutto il corpo, oppure in distretti senza alcuna attinenza con il trauma.

Quando si avverte dolore, diverse cellule nel cervello diventano attive: varie aree si attivano per aiutarci a “sentire” il corpo o per decidere come muovere il corpo. Quando queste aree si “accendono” questa attivazione crea una attività che può essere definita come NEUROFIRMA o NEUROTAG.

Parti del SNC coinvolte nell’interpretare sensazioni, nella memoria, nelle emozioni e nei movimenti sono deputate ad innescare una risposta dolorosa o un NEUROTAG DI DOLORE.

Il dolore non è semplicemente qualcosa che riguarda il danno tissutale; altri fattori possono contribuire ad attivare il neurotag del dolore. Tale è il motivo per cui i segnali di dolore spesso non sono sufficienti per creare dolore o perché altri aspetti come la PAURA o lo STRESS possono contribuire al dolore.

I RICORDI o le CONVINZIONI riguardo a quanto sia forte/debole, come ad esempio, la propria schiena possono arrivare ad innescare l’attivazione del neurotag e scatenare dolore.
Quando il dolore persiste nel tempo il neurotag si attiva più facilmente, diventa dunque SENSIBILIZZATO/FACILITATO e si associa ad altri neurotag per il movimento, i pensieri, le convinzioni, e le emozioni. In aggiunta a questa facilità di attivazione, altre cellule del cervello o neurotag possono diventare DISINIBITE. Significa che si accendono quando non dovrebbero. Ciò viene chiamato SMUDGING (let. «sporcatura») e può condurre ad alcune strane sensazioni che non sempre hanno senso, come ad esempio la diffusione del dolore in più zone del corpo.

È quasi come se si imparasse ad avere più dolore nonostante il nostro corpo stia guarendo. A volte il dolore diventa il suo stesso problema. Se quindi inizialmente è utile per comunicarci qualcosa riguardo un possibile danno tissutale, con il passare del tempo e con la guarigione il dolore può rimanere comunque presente.

Per decenni è stato insegnato che se vi è dolore ci deve essere un danno organico, ma non sempre è così e per una serie di meccanismi, cervello/corpo sentono ancora che c’è bisogno di protezione motivo per cui il dolore e molte delle risposte protettive rimangono.

Il dolore in tal contesto diventa molto di più legato alla SENSIBILIZZAZIONE che al DANNO.
Quando il dolore persiste, cambiamo la nostra soglia del dolore che si inizia a distanziare di molto dalla soglia del danno tissutale. Perché si generi il dolore a questo punto non è condizione esclusiva di uno stress fisico, bensì anche molti altri fattori psicologici stressanti possono portare a provare dolore.

Il fenomeno della sensibilizzazione spiega quindi perché talvolta il dolore permanga nonostante, in realtà, il corpo stia guarendo.

In assenza di un danno organico manifesto è quindi necessario considerare il dolore diversamente. Per interrompere tale fenomeno e ridurre o estinguere il dolore è necessario fermarsi e iniziare a cambiare abitudini di vita. In tal senso, vi sono alcuni ACCORGIMENTI che possono aiutare:

  • Smettere di avere paura di rivivere il dolore
  • Deconcentrare la mente dall’ascolto costante del dolore
  • Ascoltare il corpo solo quando realmente necessario
  • Smettere di temere che quel dato dolore possa essere sinonimo di un danno corporeo
  • Ricordare che il dolore può esistere anche senza un trauma e viceversa
  • Ricominciare a fare quei movimenti di cui si teme si possa manifestare dolore
  • Ricominciare a muovere il corpo in modo sciolto
  • Comprendere le ragioni psicologiche sottostanti il dolore
  • Comprendere il messaggio che il dolore porta con sé e poi lasciarlo andare
  • Fare in modo che il dolore, non diventi una scusa per non attuare cambiamenti nella propria vita

Recenti scoperte hanno dimostrato come dolore oltre al SISTEMA NERVOSO coinvolga anche il SISTEMA ENDOCRINO ed il SISTEMA IMMUNITARIO.
Uno STUDIO in tal ambito di Massart e colleghi (2016) indica come il dolore cronico possa giungere a riprogrammare i geni legati al funzionamento del sistema immunitario.

Il dolore cronico è in grado di cambiare il DNA non solo del sistema nervoso centrale ma anche nelle CELLULE T (un tipo di globuli bianchi essenziale per l’immunità).
Analizzando la corteccia prefrontale, coinvolta nell’elaborazione del dolore nelle sue componenti affettive e sensoriali, e le cellule T del sistema immunitario di ratti con dolore cronico dovuto a lesioni nervose periferiche, i ricercatori hanno visto all’opera importanti meccanismi epigenetici. La scoperta che il funzionamento di un gran numero di geni nel cervello e nel sistema immunitario venga completamente modificato suggerisce che altri sistemi del corpo, che normalmente non si associano al dolore, possono essere alterati dal dolore cronico persistente.

Secondo alcune statistiche, il numero di DONNE che soffre di dolori cronici è più grande rispetto a quello degli UOMINI, ma l’ipotesi di base è sempre stata che la modalità dell’elaborazione del dolore fosse la stessa in entrambi i sessi. Un gruppo di ricerca Canadese (Sorge et al) ha parzialmente smentito tale presupposto, ovvero la BASE BIOLOGICA del dolore è diversa tra maschi e femmine: i ricercatori hanno scoperto come nelle donne la trasmissione del dolore non avvenga sfruttando la microglia (sistema nervoso), ma attraverso un alto tipo di cellule immunitarie, le cellule B e T e ciò apre le porte a trasversali considerazioni dalla sfera BIOLOGICA a quella PSICO-EMOTIVA, SOCIALE ed ETICA.

CITAZIONI
– Explain Pain. Lorimer Moseley and David Butler
– Graded Motor Imagery Handbook. Butler, Moseley, Beames
– Progressive Goal Attainment Program (PGAP). Michael Sullivan
– Classification Based – Cognitive Functional Therapy. Peter O’Sullivan
– Therapeutic Neuroscience Education. Adriaan Louw
– Massart R, Dymov S, Millecamps M, Suderman M, Gregoire S, Koenigs K, Alvarado S, Tajerian M, Stone LS, Szyf M. Overlapping signatures of chronic pain in the DNA methylation landscape of prefrontal cortex and peripheral T cells. Sci Rep. 2016 Jan 28;6:19615. doi: 10.1038/srep19615. PubMed PMID: 26817950; PubMed Central PMCID: PMC4730199.
– Pain Findamentals. Greg Lehman Sarah B Wallwork, Valeria Bellan, Mark J Catley, G Lorimer Moseley. Neural representations and the cortical body matrix: implications for sports medicine and future directions. Br J Sports Med bjsports- 2015- 095356Published Online First: 18 December 2015
– Sorge RE, Mapplebeck JC, Rosen S, Beggs S, Taves S, Alexander JK, Martin LJ, Austin JS, Sotocinal SG, Chen D, Yang M, Shi XQ, Huang H, Pillon NJ, Bilan PJ, Tu Y, Klip A, Ji RR, Zhang J, Salter MW, Mogil JS. Different immune cells mediate mechanical pain hypersensitivity in male and female mice. Nat Neurosci. 2015 Aug;18(8):1081-3.

AUTORE

FRANCESCO PACELLI PhD Neuroscience, Human Movement and Osteopathy @francescopacelliphd

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