“Essere Osteopata vuol dire anche prendersi cura dei più deboli”.
Alberto Brocca D.O., docente di Anatomia della fascia e fisiopatia sistemica, ci racconta la sua esperienza: “Essere Osteopata vuol dire anche prendersi cura dei più deboli”.
Il Dott. Brocca sostiene fermamente che l’Osteopatia fa rima con prevenzione, infatti, oltre ad intervenire nella cura di molte patologie, il trattamento manipolativo osteopatico è in grado di ottimizzare il corretto funzionamento dell’organismo, aiutandolo a mantenere a lungo termine le migliori condizioni di salute. I trattamenti Osteopatici svolgono un ruolo fondamentale nel miglioramento della qualità di vita degli anziani, attraverso tecniche dolci ed indolori. Spesso ci troviamo di fronte a situazioni difficili, ma si deve fare il possibile e non abbandonarli.
A questo proposito volevamo condividere due esperienze capitate al dott. Brocca in questi ultimi giorni in studio.
“Alle volte basta poco per dare un Grande Aiuto”: Il Caso di una Signora Ultraottantenne.
Il primo caso che ci racconta è di una signora ultraottantenne che chiede aiuto per via della sua insicurezza nel camminare, nonostante l’uso di un bastone o del braccio di qualcuno. Ovviamente aveva già interpellato vari medici a riguardo, ma fatta eccezione per qualche pillola antidolorifica, il consiglio ricevuto è stato solo quello di fare ginnastica (attività quasi impossibile per una persona di questa età).
A parte gli acciacchi dovuti all’età la Signora non presentava nessuna problematica di rilievo, ma, da un’attenta analisi, si è evidenziata invece la disidratazione. Inoltre, non ha mai fatto ginnastica in vita sua! Grazie all’Osteopatia Brocca ha potuto effettuare un trattamento fasciale globale (allentamento delle tensioni sistemiche), uno svincolo (sblocco) dell’anca sinistra, un trattamento dello sterno, un lavoro sui muscoli sotto occipitali e il rilancio del cranio. Alla fine della seduta le è stato consigliato di bere molto di più di quanto non facesse.
Con immensa sorpresa alla seconda seduta (dopo due settimane), la signora riusciva a stare in equilibrio su un solo piede (sia il destro che il sinistro) per più di cinque secondi senza alcun tipo di appoggio.
“Alle volte basta poco per dare un grande aiuto”.
Prendersi Cura di un'Anziana dopo un Intervento di Ricostruzione del Tendine di Achille.
Il secondo caso riguarda una signora della stessa età, molto più arzilla, che aveva subito un intervento di ricostruzione del tendine di Achille del polpaccio sinistro un anno fa.
Si presenta con una evidente limitazione alla flessione dorsale del piede e di conseguenza una zoppia marcata. Alla visita, scontata la retrazione dei muscoli del polpaccio, al Dott. Brocca non è piaciuta la consistenza del tessuto del tendine ricostruito e del triangolo di Kager, quindi limitandosi solo a poche tecniche di drenaggio, ha chiesto alla paziente la visione della sua cartella clinica.
In seconda seduta (dopo una settimana), la signora si presenta con la stessa limitazione funzionale e la cartella clinica da far visionare. Emerge che l’intervento riferito in prima seduta, è solo un’intervento di pulizia dovuto ad un’infezione causata da un primo intervento di ricostruzione che risaliva invece a due anni prima.
Nessuno, neanche il chirurgo, le aveva mai consigliato di fare qualcosa, poiché le dicevano che sarebbe tornato tutto a posto con il tempo. Per questo motivo la donna non si era rivolta mai a nessuno specialista. Ora però il dolore e la limitazione del movimento, oltre che un senso di addormentamento a tutto il tallone, l’aveva portata nel suo studio.
Il dottore ci racconta di aver liberato, con molta pazienza, i nervi calcaneari interni ed esterni, siderato (più o meno dolcemente) il tendine d’Achille, allentate le tensioni della catena muscolare posteriore, sbloccato l’iliaco, intervenuto su delle tensioni viscerali in fossa iliaca sinistra, per poi dare appuntamento a un successivo controllo dopo una settimana.
I risultati sono stati soddisfacenti: scomparse tutte quelle sensazioni di addormentamento al tallone, ritrovata la facilità nel rifare le scale normalmente e con molta più carica energica.
Grazie all'Osteopatia si può intervenire su più distretti.
In conclusione, grazie all’Osteopatia si può intervenire su più distretti, strutture e tessuti, dare consigli nelle attività di vita quotidiana, acquisire una sensibilità che permette analisi differenziali importanti. Tutto questo significa in breve essere responsabili!